La casa natale di padre David Maria Turoldo
La casa natale di Padre David Maria Turoldo è situata a CODERNO, frazione del Comune di Sedegliano (Udine), in Via Caterina Percoto n.7/1.
La casa è aperta per le visite su prenotazione.
Ingresso gratuito
Servizi offerti: sala conferenze e sala per esposizioni.
Durata della visita: mezz’ora circa.
Per richiedere una visita o ricevere altre informazioni contattare l’associazione al numero 333 430 5011.
La casa natale di padre Davide M. Turoldo, in cui ha vissuto con la sua famiglia, è una piccola porzione di un più ampio edificio, costruito con materiali tipici (pietra, sassi e legno) delle abitazioni friulane dei primi del Novecento. Essa costituisce un esempio rappresentativo di un tipo edilizio ampiamente diffuso nella pianura friulana e si inserisce in un contesto insediativo altrettanto tipico qual è il sistema delle corti rurali.
La mappa catastale napoleonica, rilevata nel 1810 e successivamente rettificata nel 1832, non la registra, mentre la mappa austriaca, posteriore di circa 15 anni, riporta la disposizione planimetrica attuale. Verosimilmente la sua costruzione dovrebbe situarsi attorno agli anni ’40 del XIX secolo. È interessante notare, dal confronto tra le due mappe, che nel momento della realizzazione, o nel periodo immediatamente successivo, l’edificio e le sue adiacenze appaiano frazionati in ben sette parcelle, conseguenza probabile di divisione testamentaria tra i numerosi rampolli di una stessa famiglia.
Nella sua relativamente breve storia la casa ha subito tutta una serie di trasformazioni, che non sempre risultano di facile lettura e interpretazione, dovute evidentemente a successive divisioni proprietarie.
Il compendio immobiliare è stato interamente recuperato dal Comune di Sedegliano con l’impegno di molti e a diversi livelli, come si desume dal libro “L’umile porta”, pubblicato dopo l’ultimazione dei lavori nel 1998 per la ferma volontà dell’allora Assessore ai Lavori Pubblici Francesco Pozzo. Nel libro sono descritti i vari passaggi, la filosofia e le idee che hanno guidato il recupero della casa natale Turoldo.
Padre David, quando il tempo glielo consentiva, non mancava di passare da Coderno per un saluto a parenti e amici, per una visita al cimitero e “un’occhiata” alla sua casa natale. Quell’edificio, lo aveva visto da bambino tentare di darsi ragione di una vita non certo facile e dal quale si era staccato comunque con fatica al momento della scelta per la vita religiosa, dopo la morte dei genitori.
L’ultimo proprietario dell’immobile è stato Aldo Marigo che, con un gesto di grande generosità, lo ha donato a p. Turoldo in occasione del suo 50° di sacerdozio, festeggiato a Sedegliano il 16 e 17 giugno 1990.
Il fabbricato, nonostante fosse passato di proprietario in proprietario, non ha subito nessuna modifica né strutturale, né di finitura: è rimasto l’umile dimora del primo Novecento.
Al piano terra la cucina inalterata come ai tempi in cui era nato Giuseppe Turoldo, ed era stata poi utilizzata come deposito di ortaggi.
Quando p. Turoldo nel 1989 si presenta davanti alla porta d’ingresso della cucina, quella stessa della sua infanzia, e la trova aperta, vede al suo interno la cappa dello spolert, il lavandino in pietra, le piccole travi che sorreggevano lo scolapiatti sopra il lavandino, l’intonaco perimetrale ancora pieno di fuliggine, la finestra verso la strada con l’inferriata e il serramento in legno, non riesce a trattenre le lacrime per la forte emozione che descrive nella poesia “L’umile porta”.
Per accedere ai piani superiori si deve uscire dalla cucina e salire una scala tipica dell’Ottocento con i primi gradini in pietra e sassi, ed i successivi in assi di legno di abete o similare. Giunti al primo piano, dal ballatoio si accede direttamente alla prima camera dove si vedono le porte e le finestre originali, come pure originali sono gli intonaci. Dopo la porta, per accedere alla seconda camera, si incontra una sala riunioni, realizzata nella ristrutturazione del fabbricato. Sulle pareti della sala riunioni è stato evidenziata, con un solco nell’intonaco, la posizione della parete che delimitava la seconda camera.
Dalla camera si saliva al granaio posto al secondo piano tramite una picoola botola posta all’angolo nordovest, dove attualmente è appoggiata ancora la scala originale.
Con la ristrutturazione del fabbricato la botola è stata chiusa. All’originario granaio, ora trasformato in sala conferenze, si accede da altra scala. Nelle pareti è ancora conservata la fascia perimetrale sulla quale si notano anche alcuni disegni.